L’uomo di casa di Romano De Marco

È un tardo pomeriggio di agosto, riprendo tra le mani il libro che mi ha fatto compagnia nelle ultime settimane, lo sfoglio, c’è un po’ di sabbia tra le pagine e penso di condividerlo con voi. Si tratta di un thriller, “L’uomo di casa” dello scrittore abruzzese Romano De Marco. Ho avuto il piacere di conoscere l’autore, tra i più apprezzatati per il suo genere in occasione di una presentazione e la curiosità da quel momento si è protratta nei momenti di relax di questa estate.

Pagina dopo pagina “L’uomo di casa” prende il lettore per mano e gli mostra come in un film la storia di un crimine che ha le radici nel passato. Si susseguono le immagini suscitate e il racconto dei fatti risalenti a trent’anni prima e quelli di una vicenda attuale. L’enigma irrisolto della Lilith di Richmond, caso relativo il rapimento e l’uccisione di sei bambini a Richmond, in Virginia, per mano di una donna svanita nel nulla e il caso della morte di Alan, ritrovato nella sua auto con la gola tagliata. Il racconto rievoca l’orrore dei protagonisti di allora e la rabbia di chi indagò ma non riuscì a chiudere il caso, come Gina Cardena e lo sconforto della protagonista di oggi Sandra, moglie della vittima.

Che cosa unisce un ingegnere dalla vita perfetta, un padre e un marito presente e amorevole alla Lilith di Richmond? Chi era Alan? Davvero era solito frequentare prostitute? Possibile che sua moglie non sapesse nulla? Cosa potrebbe aver scoperto che gli è valsa la vita?

Queste le domande che il lettore si pone proseguendo nella lettura, le stesse di Sandra. Si crea un’empatia sottile con la protagonista, con lei che da un giorno all’altro non sa più chi era l’uomo che aveva accanto e che forse potrebbe essere ognuno di noi, perché in realtà non conosciamo mai tutto dell’altro… I dubbi di Sandra sono quelli di una donna, di una moglie, di una madre che deve superarli insieme al dolore per se stessa e per sua figlia, l’adolescente Devon.

Un giorno, Sandra scopre che il marito possedeva dei documenti relativi a quel caso e proprio quando fa questa scoperta subisce un’aggressione e tutto il materiale scompare: Sandra capisce che qualcosa di più grande di lei unisce Alan a una vecchia storia e per sapere la verità inizia a cercare chi può saperne di più. Da qui l’incontro tra le due donne, poli emblematici di questo thriller, Sandra e Gina.

“L’uomo di casa” è un thriller al femminile proprio perché la prospettiva dominante secondo la quale sono osservate e filtrate le vicende narrate è quella delle donne: Sandra, Gina, Devon, le vicine di casa, la fantomatica Lilith… De Marco riesce a usare gli occhi delle donne, a giocare con gli sguardi e l’opposizione visibile-nascosto. Troviamo quest’ultima anche negli elementi dell’immaginario americano quali la casa, scrigno degli affetti e dei segreti familiari, le finestre dietro le quali si nascondo gli sguardi dei vicini, le strade dei quartieri e tutte quelle ambientazioni che ci sono familiari grazie alla cinematografia ma che l’autore ha visto e vissuto in prima persona e riporta con facilità sulla pagina scritta. La capacità di raccontare è sostenuta da uno stile fluido, leggero e stimolante e da una tensione e una curiosità tenute sempre ad un livello pari all’intensità della scena narrata.

“L’uomo di casa” è perfetto se amate il genere, lo è anche se semplicemente desiderate leggere qualcosa di intrigante dove la ricerca della verità non è nelle mani dei poliziotti ma in una donna come noi, con le nostre stesse insicurezze e il nostro stesso coraggio. Questo credo sia il punto di forza de “L’uomo di casa”, l’essere così vicino ad ogni lettore, alla parte più intima e nascosta di ogni persona.