“Gli scrittori hanno sempre la testa altrove,
altrove da che cosa non si è ben capito, ma la testa non è lì, sulle loro spalle.”
Con queste parole d’introduzione le premesse per me non potevano che essere ottime per la lettura dell’ultimo libro della scrittrice Andreina Moretti. Per non parlare del titolo “Il cuore in tasca e i ricordi in valigia”. Infatti, ho convissuto tutta la vita, e lo faccio ancora ora, con una mente altrove e con momenti in cui chi mi è accanto mi chiede dove io mi trovi davvero e sebbene a volte non sia semplice spiegarlo, ho imparato a considerare e riconosce questo fatto come una parte di me. Io sono così, non sarà un caso che mi piace scrivere, fantastico e mi faccio domande e cerco risposte da sempre.
E poi, ho avuto per lunghi anni una valigia come migliore amica, carica di oggetti e sogni, di fatiche, sacrifici e gioie. L’empatia con l’autrice è scattata da subito ed è continuata di pagina in pagina.
La storia raccontata potrebbe essere quella di molti, quando in un momento della vita nella quale convivono verità e segreti, il male viene a galla e scombussola tutto, non solo smaschera i “colpevoli” ma fagocita anche l’esistenza degli “innocenti”. Accadde tutto in una notte, quando Daria, la protagonista, fu svegliata dalla polizia che cercava suo marito. Lei era cosciente che l’uomo che aveva accanto non era un santo e negli ultimi tempi i suoi comportamenti erano peggiorati ma davanti agli agenti della Digos considerò che dovesse essere invischiato in qualcosa di veramente pericoloso. Da quella notte, Daria perse tutto e quando le offrirono la possibilità di allontanarsi da Milano e trasferirsi sulla costa abruzzese non poté che accettare. Fu un nuovo inizio per lei pieno di sorprese che la portò a sperare e sognare di nuovo che la felicità potesse esserci anche per lei.
E la speranza si percepisce anche nel modo di scrivere dell’autrice, in quanto è come se le parole scelte, lo stile ora più lento ora più veloce, si adattino alle emozioni raccontate, ai momenti descritti empatizzando con i personaggi, i luoghi e il lettore. Il lettore che si sente condotto nel viaggio raccontato e investito del ruolo di raccogliere i messaggi, le crude verità e gli affanni da affrontare senza soccombere.
Dopo l’ultimo momento di gioia della protagonista, come troppo spesso accade nella vita come in un cerchio si susseguono cattive sorprese a gioie inaspettate. Daria si ritrovò di nuovo sola e senza più nulla fino a sprofondare sempre più ma tenendo duro. Il suo grande coraggio non l’ha mai abbandonata, ci si è aggrappata sempre. Una donna coraggiosa è quella che ha conosciuto Andreina, che nel libro racconta del suo incontro con Daria e delle loro chiacchierate, ripercorre a ritroso la storia che le ha raccontato e se ne fa portavoce. Perché una donna che sa ascoltare, una donna che sa leggere nell’animo delle persone e scrive è soprattutto questo: testimone di storie di vita e voce per chi non riesce o non può farsi sentire. Il valore del libro “Il cuore in tasca e i ricordi in valigia” è racchiuso in questo concetto, un proposito importante per chi come Andreina attraverso la scrittura, da bambina silenziosa che era, è diventata una donna con una capacità di raccontare unica e con una gran voglia di gridare verità.
Cara Sonia la tua recensione mi riempie di orgoglio, sai dosare le parole nel modo giusto tanto da rendere il tuo molto coinvolgente. E’ scattata un’empatia anche tra noi due…ci siano ritrovate tra molti, pur non conoscendoci abbiamo avuto la sensazione di appartenerci in qualche modo. E’ stupendo scoprirsi tra le righe di un romanzo che ci parla. Grazie Sonia.