Un libro, per me, funziona quando ti tiene incollato, ti richiama appena ti occupi di altro che non sia leggerlo. Un libro, funziona quando pagina dopo pagina desideri scoprire cosa accadrà. Un libro funziona quando inizi a sentire una dissociazione tra la vita e reale e l’immedesimazione nel mondo raccontato tra quelle pagine.
Un po’ tutte queste cose sono accadute a me durante la lettura di “Se la notte ti cerca” (Piemme) di Romano De Marco. L’ultimo thriller dello scrittore abruzzese, è un viaggio nella Capitale descritta tra luci e ombre, in giorni nei quali si dispiegano le indagini per una serie di omicidi di donne affidate alla squadra del Commissario Laura Damiani. Qualcosa lega le vittime e qualcosa lega loro anche alla giovane poliziotta: la solitudine. Un sentimento che si allarga nell’animo come una macchia ed elimina confini tra il mondo fuori e quello interiore. La solitudine crea altra solitudine.
La solitudine spinge a cercare altro, a buttarsi nel vuoto in un disperato tentativo di sentirsi ancora vivi. Ogni vittima cerca una parte persa di se stessa o sempre rincorsa e sarà un’unica persona a sintonizzarsi con questa loro esigenza. O forse, non solo… infatti posso semplicemente invitare il lettore a prestare attenzione in particolare agli stati d’animo di tutti i personaggi che incontrerà. Ognuno di loro ha una sua storia, un suo passato che inevitabilmente lo porta a essere chi è e ad agire in un certo modo. Il cerchio dei diversi personaggi è costruito dall’autore come una cornice in cui può muoversi Laura intessendo con loro rapporti di antagonismo o alleanza. Laura Damiani costituisce il fulcro del romanzo, non è solo un Commissario ma anche una donna, non è solo lavoro ma anche emozioni buone e cattive, disillusioni e speranze, paure e coraggio. Laura è lo specchio che riflette le sfumature del carattere degli altri personaggi e dello stesso lettore. E’ capitato più di una volta che leggessi parti dedicate ai suoi pensieri e mi sia sentita in sintonia con lei. E allo stesso modo con Claudia, l’investigatrice dei miei romanzi, una specie di cugina di Laura, simili per tanti aspetti. Penso che un personaggio funzioni quando ha questa capacità e la sua catarsi è un po’ la catarsi di chi legge.
Vi consiglio di inoltrarvi tra le pagine di “Se la notte ti cerca” con in sottofondo la musica di Danny Losito, cantante italiano che negli anni Novanta scalò le classifiche europee fino agli Stati Uniti e alla cui musica e vita ha tratto ispirazione Romano De Marco per questo thriller. La musica è un elemento essenziale, dà voce, accompagna e si allinea con lo stile di scrittura, con il ritmo a tratti più veloce o più lento della narrazione di pari passo con gli stati di pathos e suspance. E sarà così che quando anche il vostro campanello suonerà, vi avvierete verso la porta, senza sapere davvero a chi aprirete perché inevitabilmente un leggero brivido in una tale situazione questo libro ve lo susciterà.