IL GIGLIO INSANGUINATO di Anna M. Pierdomenico

Una donna ha in sé il femminile ma anche il maschile. Ed è proprio il maschile che credo attragga di più. Questa mia considerazione è stata rafforzata mentre leggevo “Il giglio insanguinato” (0111 Edizioni) di Anna Maria Pierdomenico. Non è un libro sugli uomini e le donne ma un giallo storico abilmente intessuto con un linguaggio scorrevole e lineare, tra intrighi del papato e della Corte di Francia il tutto nel passato Seicento.

Sono i romanzi a offrirci la migliore lettura dell’umanità ieri, oggi e sempre. Anna Maria come nell’altro suo romanzo “Rebecca- La figlia del diavolo” (Tabula Fati), pubblicato successivamente a Il giglio insanguinato, fa ruotare l’intreccio intorno ad una figura femminile. Prima di Rebecca la protagonista nata dalla penna di Anna Maria è stata Fiamma. Fiamma è una spia del braccio destro del Papa, affiancata dal fedelissimo fratello Giulio e attingendo alle sue spiccate capacità come la dialettica, l’astuzia e la caparbietà abbatterà ogni ostacolo con eleganza, che sia un uomo, una donna o una situazione ostile.

Nel Seicento, le donne erano quasi invisibili se non nei loro ruoli ritenuti canonici dalla società del tempo, quindi affidare a un tale personaggio le indagini la riconosco come una sfida che l’autrice si è posta, direi una sfida vinta perché la scoperta del colpevole dell’assassinio di un Arcivescovo a Parigi credo non sarebbe così accattivante di pagina in pagina se non ci fosse Fiamma.

Il giglio insanguinato è un concentrato di emozioni, passioni, di sentimenti violenti e nobili. Di uomini dai mille segreti e dalle debolezze celate dietro i ruoli sociali. Sguardi rubati, relazioni clandestine, corteggiamenti e fughe. E poi è anche la celebrazione di una forma d’amore che non ha eguali come quello tra sorella e fratello di cui Fiamma e Giulia sono l’esempio perfetto.

Per tornare alla principale riflessione che il romanzo mi ha suscitato e di cui dicevo prima, il maschile che è in Fiamma è rappresentato dalla sua audacia e scaltrezza, da un coraggio e una forza d’animo ma anche da un’abilità fisica il tutto contenuto da un’indipendenza d’animo e lealtà, che se pur macchiata da sangue di morti date, sotto l’aurea del femminile rappresenta la sua essenza. Attingere agli aspetti ritenuti più maschili per una donna può rappresentare il suo lato vincente, quel qualcosa che attrae e ti brucia proprio come una fiamma. Il giglio insanguinato è rivolto a un pubblico eterogeneo, ma soprattutto a lettori che vorranno fare un viaggio in un tempo passato e nelle emozioni umane.

Come i brand racchiudono il Natale in pochi secondi

Nulla come il Natale dà la giusta ispirazione per una storia, per un messaggio e un momento di emozione aggiungendo un alone di bellezza e possibilità su tutto.  Nulla come il Natale, con tutto questo, offre spunti per il marketing.

Le pubblicità natalizie affollano tv, giornali e vetrine con i soliti colori, simboli e frasi fatte. Di solito è quando inizio ad accorgermi degli spot natalizi che mi rendo conto che il Natale è vicino. Per fortuna non tutti gli spot sono banali e qualcuno penso funzioni al di là del contesto festivo.

Un esempio quest’anno è quello di Pupa: http://www.youtube.com/watchv=o5wv1H9fVts                                                                   In un mondo bianco e argentato, tra alberi decorati da cristalli, un pianoforte a coda total white che si innalza tra le nuvole e bolle trasparenti che custodiscono i nuovi prodotti Pupa. Sulle note della canzone danzano giocolieri e clow truccati ed in abiti dalle geometrie bianche e nere con dettagli rossi. Ironia, sogno e divertimento sone gli elementi chiave insieme al jingle creato ad hoc che cita il brand.

pupaLo spot Sky http://www.youtube.com/watch?v=0vdA0LHqUXY  dove un bambino aprendo un pacco riceve la sorpresa di un Robin Williams versione uomo-giocattolo telecomandabile, con il quale si diverte immaginando di intraprendere un’avventurosa impresa, di partire a bordo di un’astronave e tra i cow boys e poi si addormenta ascoltando un suo racconto. Ma in realtà, il piccolo protagonista si è appisolato non sulle ginocchia di Williams ma sulla scatola del nuovo My Sky HD. “E’ cinema, è magia, è my Sky”  recita lo slogan della voce fuori campo. L’atmosfera della notte magica ha sempre il suo fascino, come il tema dell’infazia e del gioco. Ognuno di noi, da spettatore, per centoventi secondi ricorda il suo giocattolo con cui viaggiava tra mille mondi. L’empatia è forte. Lo spot funziona e non è banale. Quando poi nella scena finale la famiglia è sul divando davanti alla tv, scopriamo che non c’è più nulla di molto comune con i nostyri ricordi: è Sky a fare la magia, è grazie a Sky che il bambino sogna. R. Williams era solo la personificazione di ciò che Sky può fare.E’ grazie alla tv che si generano le immaginazioni dell’infanzia.

L’esperienza di ognuno di noi è riproposta nello spot della Ferrero per Pocket coffee: http://www.youtube.com/watch?v=zTS_OSjEq8w Quella del viaggio intrapreso ogni giorno, per lavoro, per studio, per piacere. Da soli, in compagnia, in bici, in macchina, in autobus o facendo l’auto stop e sempre con quella carica, quel coraggio che distingue ogni consumatore del cioccolatino al caffè. E’ un mini film, che si sostiene sull’idea della strada, della vita e della possibiltà delle scelte quotidiane e sulla sensazione di non essere mai soli ad ogni incontro, soprattutto in quelli imprevisti. Love story di Taylor Swifft è il brano scelto per accompagnare questo spot.

Lo spot più cliccato della rete è quello  di John Lewis una catena di centri commerciali inglese  che quest’anno vede protagonisti due pupazzi di neve innamorati. http://www.youtube.com/watch?v=0N8axp9nHNU  Le immagini, accopagnate da una cover dei Frankie Goes to Hollywood interpretata da Gabrielle Aplin, riperdorrono i luighi attraversti dal pupazzo tra città, montagne, fiumi e tempeste di neve e lo spettatore non capisce cosa lo spinga a spostarsi, finchè non trova ciò che cerca: il regalo per la sua amata. Un cappellino, una sciarpa rossa a pois bianchi e i guanti.

pupazzoSicuramente tante altre sono le pubblicità più note e ricordate ma ho voluto scegliere quelle con qualcosa di diverso, che si leghino al periodo di Natale senza scelte scontate. Perchè se la festività più conosciuta e coinvolgente è un punto di partenza facile per la narrazione, la creatività non deve mai smettere di percorrere le strade più originali.

JEANS, moda e storia: una mostra speciale in Olanda

Un capo d’abbigliamento irrinunciabile, un’icona della storia della moda, una scelta adatta per ogni occasione: i jeans hanno più di un secolo di vita e rappresentano questo ed anche altro. Dalle origini genovesi all’evoluzione in America, i jeans hanno avuto sempre un elemento innovativo, moderno che ben si è incontrato con tendenze pratiche e creative.

Fino alla Seconda Guerra Mondiale è stato esclusivamente un abito da lavoro, poi ha assunto un ruolo da protagonista per il tempo libero, in linea con gli sviluppi della società del Dopo guerra. Simbolo della ribellione giovanile negli anni ’50, del cinema e del rock’n roll, alla fine degli anni ’70 è diventato capo di sperimentazione per i brand più noti per avviarsi a diventare il dominatore assoluto di ogni guardaroba.                                     Larghi, stretti, a sigaretta, a vita bassa, a vita alta, strappati, rattoppati e poi…il blu scuro, colore basic che lascia spazio a tante altre sfumature. Il jeans custodisce la chiave del suo successo nella sua essenza semplice e vitale,perché sono un da vivere, da consumare.    

Dal 24 novembre 2012 al 10 marzo 2013 sarà dedicata una mostra proprio ai jeans, presso il Centraal Museum di Utrecht in Olanda. La mostra Blue Jeans – 350 years sarà suddivisa in diverse tematiche legate allo sviluppo dei jeans, mettendo in luce la loro trasformazione, dai capi più tradizionali ai più innovativi di oggi, come le ultime creazioni di famosi artisti. La mostra comprende i tradizionali Levi’s del XIX secolo pensati per i minatori, le installazioni per finestre commissionate da Levi’s RED e dal marchio di design olandese Droog, e inoltre capi di Jean Paul Gaultier, Maison Martin Margiela e François & Marithe Girbaud.                                                                  Non mancano naturalmente, esemplari in prestito di provenienza nazionale e internazionale prodotti sia in modo artigianale, sia attraverso tecnologie innovative, insieme a dipinti d’epoca ed installazioni.Fulcro della mostra sarà il Fashion Lab, dove gli stessi visitatori potranno cimentarsi nella lavorazione del denim.

Le manifestazioni ed iniziative per celebrare i jeans sono tante, ma penso che questa mostra sia davvero affascinate e forse la più importante, per cui l’Olanda potrebbe rappresentare una meta per il prossimo viaggio, perché non approfittarne?  Sono sicura che i jeans siano come dei vecchi amici che vi hanno accompagnato in tante occasioni della vostra vita!

SCOMPARSI A URBINO di Sonia Bucciarelli

Sono passati quattro anni dalla pubblicazione del mio romanzo “Scomparsi a Urbino” e oggi lo stavo risfogliando, fa un certo effetto…

E’ nato dalla mia esperienza universitaria nella piccola cittadina rinascimentale. Ho sempre amato i gialli e quando sono arrivata a Urbino, mi è sembrata perfetta per dare spazio alla mia fantasia. Le strade che s’incrociano, i vialetti, la piazza, il Duomo che si erge immenso, la Fortezza da cui osservare un panorama splendido della città, la nebbia, il freddo…

Urbino a primavera è piena di colori, luci, rumori, ma in autunno e inverno si fa vuota, fredda, umida e … ancor più misteriosa. Urbino è lo sfondo delle vicende narrate e nello stesso è personaggio: i suoi luoghi (la piazza, la mensa), le sue atmosfere non passano mai in secondo piano e alla fine credo, sia l’unico elemento che resta in piedi, intatto e al di sopra di tutto e tutti. Urbino, dominio dei Montefeltro, conserva il suo valore storico ed è questo che le conferisce qualcosa di magico. Perchè la storia non è solo passato, la storia è continuamente intersecata con il presente e il futuro. Impresse nella memoria ho le scene dei ragazzi  con il pc collegati ad Internet ai piedi del Duomo, sono un esempio di “miscuglio dei tempi”, l’antico che accoglie azioni moderne.

I personaggi son ragazzi e ragazze che vivono il posto, quasi unici abitanti, come in una sorta di Paese dei Balocchi, sono inquadrati alle prese con le loro paure, speranze, desideri, gli stessi dei giovani di tutto il mondo. E quando si è insieme, condividendo esperienze e semplici azioni quotidiane, diventa facile fare “squadra”, “famiglia”, godendosi quello che al di là delle incertezze, sarà ricordato come uno dei più piacevoli periodi della vita.

In questo contesto contesto si muovono i protagonisti del mio libro, gli amici di coloro che no si sa che fine abbiano fatto, scomparsi… e la scomparsa che non rappresenta una risposta, mette in opposizione il sentimento della speranza e quello della paura.

Tra loro, ad investigare è stata chiamata l’ispettrice Claudia De Angeli, che dopo l’iniziale diffidenza riesce a entrare in sintonia con il mondo dei ragazzi con i quali ha a che fare per le indagini.  Contemporaneamente ai tormenti derivanti dalle scoperte, Claudia vive un tormento personale: in uno stato ambigio tra vita reale e contatto con il mondo di chi non è più con lei.

Il finale farà luce sul caso, ma renderà magnetici gli occhi di Claudia, insinuando il dubbio e la curiosità sulle verità di questo accattivante personaggio.

Non mi resta che sperare di riuscire a pubblicare il secondo romanzo, dove Claudia è ancora protagonista, per dare risposte o insinuare altri dubbi…