Recensione di Il cielo sulle spalle di G. Foresta

“Solo chi non guarda oltre, può limitarsi ad una azione banalmente visibile”.

Questa citazione tratta da “Il cielo sulle spalle” di Giovanni Foresta è quella a me più vicina. Nel mio libro “Oltre gli occhi” il concetto dell’oltre ne è la chiave di lettura, ritrovarlo in un libro di poesie è stato di nuovo occasione di riflessione. E Giovanni Foresta ne offre tanti di spunti sui quali soffermarsi e personalmente ricorderei questi temi: bene e male, il volo, il mare, i fili che legano le persone, lo specchio.

ulSicuramente, ognuno che leggerà “Il cielo sulle spalle” coglierà i propri temi. La forza di questo libro infatti, è che si propone come riflesso della vita di ognuno. Ogni lettore vi scorge e interpreta le parole, abilmente incastrate in versi liberi, secondo la sua prospettiva, secondo il proprio sentire, secondo la sua vita. E torniamo inevitabilmente all’oltre, al non soffermarsi allo sguardo in superficie delle cose e al relativismo. Perché non c’è un’unica verità, ognuno ha la sua. Mi permetto questa interpretazione e ricordando i temi colti che ho elencato in precedenza, mi soffermo di nuovo a considerare come siano allineati al mare che fa da sfondo ai protagonisti di “Oltre gli occhi” e ne racchiude emozioni, paure, segreti, ai gabbiani che volano e come ogni uomo devono scegliere se volare davvero, lo specchio che mostra all’ispettrice Claudia le sue paure, i fili invisibili che intrecciano le vite di più persone e il bene e male, opposizione che ho inteso come filo conduttore.

Quello che intendo far notare è  la mia piacevole scoperta di poter fare un parallelismo tra il mio libro un romanzo giallo e il libro di poesie di Giovanni Foresta. Diversi nella forma, nel genere eppure sovrapponibili. Dimostrazione di quanto la scrittura sia legata all’animo umano, dentro cui custodiamo tutti le stesse sensazioni.